Bombe sull’Is

L’Italia faccia il suo dovere

Quando un Paese fa parte di una coalizione internazionale deve assumersi gli stessi oneri e gli stessi onori che spettano ad ogni altro membro. È semplicemente inconcepibile che l’Italia una volta aderito alla grande coalizione anti Isis, impiegasse i suoi aerei per fotografare le postazioni del califfo che gli alleati bombardano. Francamente è ora di piantarla con la storia della nostra Costituzione che proibisce la guerra. L’articolato concerne l’azione singolare dell’Italia, non i doveri del nostro Paese nei confronti di un’alleanza internazionale. Quello che semmai colpisce della posizione italiana è il modo in cui è stato presentato questo impegno inevitabile, quasi si temesse il parere delle Camere e dell’opinione pubblica. Bisognerà pur decidersi: o accettiamo l’idea che il califfato si estenda in tutto il medio oriente o ci prepariamo a combatterlo. A meno che si pensi, come l’onorevole Di Battista, di dare tutta colpa dell’America se gli arabi si rivoltano in Siria e lavarcene le mani, dovremo assumerci le nostre responsabilità per fronteggiare questo momento drammatico della politica mediorientale che ci coinvolge direttamente. Bisogna che il paese cerchi di trovare una compattezza perché la minaccia non è da sottovalutare anche per la semplice ragione che l’idea di bombardare le postazioni dell’Is in Iraq serva comunque poco o a niente. Alla Nato e al Pentagono si sono convinti che la guerra si vince con le bombe dal cielo. Non solo hanno dimenticato Cesare e Bonaparte, ma anche Nixon che seppellite di bombe Hanoi e la Cambogia, con un tonnellaggio superiore a quello di tutta la seconda guerra mondiale, dovette comunque ritirarsi da Saigon. La Francia che già ha lasciato una coalizione tanto inconcludente e vuol mettere a punto un piano più avanzato. La Russia ha deciso di prendere l’Is per le corna in Siria, dove il Califfo sfrutta un bacino di crescita naturale che non trova in Iraq con la maggioranza sciita della popolazione ad arginarne l’espansione ben più delle bombe. A proposito, la caccia italiana badi bene di non bombardare gli sciiti per errore. Perché senza truppe al suolo tutto può succedere si è visto con la caccia egiziana che ha preso di mira dei poveri turisti messicani. Noi avremmo voluto che l’Italia fosse in grado di porre qualche problema di strategia riguardo alla guerra dell’Is, oltre a ricevere le mansioni, ma almeno si compia il nostro dovere fino in fondo. L’unica cosa che bisogna fare, in attesa di dare il nostro contributo alla guerra, è cacciare dalle cariche istituzionali chi usa le stesse per lanciare allarmi insensati come ha subito fatto il presidente del Copasir l’onorevole Stucchi. Giustamente lo stesso nome di un protagonista di un famoso film di Alberto Sordi.

Roma, 7 ottobre 2015